Oggi mi sento da tanto

Primo Levi e Ulisse, Dante e Jean: un intreccio suggestivo e misterioso dentro il buio del Novecento. Nel campo di sterminio i versi del poeta fiorentino sulle labbra di un chimico che, quand’era studente, neppure troppo amava Dante. Ad ascoltarlo, innamorato della lingua italiana, il giovane Jean, di Strasburgo. Chissà come e perché Levi ha scelto proprio il canto di Ulisse per incantare il suo amico Pikolo. Chissà come e perché proprio l’eroe di Itaca in mezzo al fango e alle ossa di Auschwitz. A volte non esiste vera spiegazione, vale per la letteratura come per l’orrore che solo l’uomo sa arrecare a se stesso. “Oggi mi sento da tanto” è un viaggio lieve e doloroso nel ricordo di deportati che tentano di sopravvivere senza perdere la propria umanità. Un omaggio alla poesia che ha luce nell’uomo d’ogni tempo e che neppure i luoghi più terribili e infernali possono cancellare.